Salesiani Chiari
Don Silvio Galli

L’Auxilium “Don Silvio Galli”, Centro di prima accoglienza per l’emarginazione estrema, è un’Associazione Onlus di ispirazione religiosa, promossa e sostenuta dai Salesiani Cooperatori di Chiari. Sorto nei primi anni ’70, l'Auxilium rappresenta un punto di riferimento e di aiuto, sia fisico che spirituale, per coloro che si trovano in difficoltà. I volontari che vi operano rispondono infatti ai bisogni delle categorie sociali più svantaggiate, quali ex-carcerati, tossicodipendenti, alcolisti e immigrati.

“Ogni uomo è mio fratello” non si stancava di ripetere don Galli ai volontari che per tanti anni hanno vissuto al suo fianco. Perciò i volontari si impegnano in primo luogo ad accogliere con calore umano gli ospiti, ponendo attenzione alle loro difficoltà, alle loro storie talvolta drammatiche, cercando di condividere la fatica del loro quotidiano, l’incertezza del loro futuro, prima ancora di donare il pasto caldo. Infatti i poveri che approdano all’Auxilium hanno sì fame, ma non di solo pane: più spesso hanno fame di solidarietà, di un sorriso, di un gesto di amicizia o di uno sguardo fraterno.

21 Gennaio 2025
21 Ottobre 2024 - in ricordo di Domenichino Zamberletti

Lunedì 21 ottobre alle ore 20.30 nella Basilica di San Vittore a Varese verrà ricordato Domenichino Zamberletti, un giovane ragazzo la cui vicenda è legata alla vita di don Silvio Galli. Il Prevosto Mons. Gioia con grandissimo entusiasmo ha dato la disponibilità della Basilica per dare la possibilità a molte persone di seguire l'evento. Sarà […]

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“Ogni uomo è mio fratello” non si stancava di ripetere don Galli ai volontari che per tanti anni hanno vissuto al suo fianco. Perciò i volontari si impegnano in primo luogo ad accogliere con calore umano gli ospiti, ponendo attenzione alle loro difficoltà, alle loro storie talvolta drammatiche, cercando di condividere la fatica del loro quotidiano, l’incertezza del loro futuro, prima ancora di donare il pasto caldo. Infatti i poveri che approdano all’Auxilium hanno sì fame, ma non di solo pane: più spesso hanno fame di solidarietà, di un sorriso, di un gesto di amicizia o di uno sguardo fraterno.

“Ogni uomo è mio fratello” non si stancava di ripetere don Galli ai volontari che per tanti anni hanno vissuto al suo fianco. Perciò i volontari si impegnano in primo luogo ad accogliere con calore umano gli ospiti, ponendo attenzione alle loro difficoltà, alle loro storie talvolta drammatiche, cercando di condividere la fatica del loro quotidiano, l’incertezza del loro futuro, prima ancora di donare il pasto caldo. Infatti i poveri che approdano all’Auxilium hanno sì fame, ma non di solo pane: più spesso hanno fame di solidarietà, di un sorriso, di un gesto di amicizia o di uno sguardo fraterno.

  • Don Silvio… È per tanti l’ancora di salvezza. Per tutti ed ognuno ha la stessa disponibilità senza cercare riconoscenza. Le premure maggiori le ha per chi lo ha derubato e qualche volta anche picchiato. È il testimone di tanta miseria umana, è fonte di tante speranze. Chi lo ha incontrato anche per un istante, ha la sensazione di aver incontrato una forza incredibile sotto la veste sdrucita di un prete timido e stanco. Ha in sé una specie di potere segreto che attira ed influisce sugli altri. Mi ha reso umile ed ha fatto ardere il mio cuore di una forza indescrivibile.
  • Don Silvio non era soltanto un faro per gli umili e disperati, ma per ogni cristiano che si ritrovava riconciliato dallo sguardo di questo sacerdote che sapeva penetrare nel segreto del cuore e ti dava la soluzione di colpe passate e non confessate. Ti restituiva a Gesù tutto lindo e pulito. Veramente in lui, Gesù incontrava ognuno di noi attraverso il suo sguardo, il suo sorriso, la
    sua apertura d’amore verso tutti.
  • Don Silvio passava le sue giornate nella sua stanza-confessionale ad ascoltare le nostre pene, le nostre vicissitudini, i nostri dubbi. Notte e giorno (non è affatto un eufemismo dire ciò) portava a Gesù e Maria tutti coloro che gli aprivano il cuore, raccomandandosi alle sue suppliche di “avvocato” per noi. Quante difese dei nostri confronti, quanto ha pagato lui personalmente per tutti noi; quanto si è lasciato “spogliare” e “mangiare” da tutti.sua apertura d’amore verso tutti.
  • Sono una mamma. Con le preghiere di don Silvio per mia figlia, dopo un brutto periodo, tutto è andato bene. Perciò ringrazio don Silvio. Dio lo benedica sempre.
  • Una mamma, condannata ingiustamente per spaccio di droga è in prigione, si lascia morire lentamente non assumendo più cibo né bevande. Cadeva in coma. Viene ricoverata nell’ospedale psichiatrico giudiziario di Castiglione delle Stiviere (Mn). Narra che dopo un bellissimo sogno si svegliava e si alzava dal letto e camminava come se fosse la prima volta. Le infermiere chiameranno il primario: «Stava morendo. Guardate! Miracolo!»
    «Questo fu merito di don Silvio. Quando io non sentivo e non parlavo, don Silvio veniva spesso a Castiglione e si chinava al mio capezzale, piangeva e pregava sempre e diceva alle infermiere che non sarei morta. Mi imponeva le mani e pregava. Don Silvio per me è un Prete Santo…»
  • Un ragazzo di 19 anni, figlio di un collega, è gravissimo per un aneurisma celebrale. La cooperatrice prega intensamente e lo affida a don Silvio. Nella notte si tenta di operarlo. Il neurologo dichiara: “Non mi è mai capitata una cosa del genere: le mie mani erano come guidate da qualcuno che operava con me”. Il ragazzo è salvo.
  • Una mamma, al cui figlio è stato diagnosticato una grave tumore maligno al cervello, passa la notte a pregare davanti alla foto di don Silvio piangendo. La mattina dopo lo porta all’ospedale. Del tumore non c’è più traccia.
  • Una mamma il giorno del funerale di don Silvio gli parla davanti alla bara: «Per quattro anni sono venuta da te, da quando mio figlio se n’è andato con quella donna a convivere, lasciando la fidanzata. Non è più tornato. Tu mi hai invitato sempre ad avere fiducia nella Madonna. Mi davi pace, conforto, speranza. Ora non potrò più avere tale conforto».
    La mattina successiva suonano alla porta. È il figlio: «Mamma, ho capito quanto ti ho fatto soffrire, se vuoi, posso tornare a casa»
  • Si faceva un gran parlare di don Silvio Galli, non solo a Chiari e nei paesi vicini, ma anche là dove meno lo si pensava. Tutti ne esaltavano la bontà e la cordialità verso tutti, senza distinzioni. Aiutava tutti, specialmente la sua preghiera era capace di far miracoli. Lui attribuiva tutto alla Madonna, che pregava e faceva pregare. Il sottoscritto aveva un problema difficile che non riusciva a risolvere, nonostante le indicazioni e i consigli avuti. Finalmente mi decisi di andare da lui per parlargliene. Vinsi le mie perplessità e potei esser ricevuto da don Silvio. Lo trovai mezzo ammalato. Umile, lasciò che io esponessi la mia situazione e rispondessi alle sue domande. Domandò tempo per rispondere e mi invitò a ritornare una seconda volta. Mi invitò a pregare la Madonna con fiducia.
    Dopo alcuni giorni andai da lui. Aveva trovato il bandolo della matassa e col suo consiglio potei risolvere il mio problema. Avevo bisogno di altri due incontri, e lui sempre disponibile.
  • Si faceva un gran parlare di don Galli. Volli andare da lui, più che altro per curiosità. L’accoglienza fu bella. Dopo i convenevoli, il Signore mi aspettava al varco. Finii col confessarmi. Ed era un po’ che non lo facevo. Sento una grande pace nel mio cuore.
  • Io andavo spesso da don Galli. Non mi diceva delle grandi cose, cose che mi avrebbe detto anche un altro prete. Ma quelle parole mi scendevano al cuore e mi davano la forza di affrontare le difficoltà della vita, che erano molto dure. Ad ogni vuoto, ritornavo da lui ed egli mi dava la forza di continuare. Grazie, don Silvio.
  • Quello che mi ha commosso di don Galli è stato il grande bene che voleva alla Madonna. Le dita intrecciate nel Rosario, non poteva dire due parole senza raccomandarsi di avere fiducia nella Madonna e non dimenticarla mai, anche nei momenti più difficili. Lui ricorreva a lei con la semplicità di un bambino. Ed ella lo ascoltava sempre e gli faceva promettere grandi cose nel su nome. Quando le chiedeva anche delle cose che sembravano impossibili, egli era sicuro di essere esaudito. Sempre nella sua vita.
  • Da tanto tempo ho conosciuto don Silvio Galli, sono stato suo compagno nell’Istituto s. Ambrogio di Milano. Non l’ho mai visto alterato in volto, anche quando i suoi compagni lo tiravano in giro benevolmente col nomignolo di “Santone”. Era troppo buono. E la sua classe era una classe difficile e problematica. Dopo anni l’ho ritrovato a S. Bernardino al centro di centinaia di persone, che ricorrevano a lui, ogni giorno, mattino e sera. Ondate di immigrati si succedevano nel chiedere un pane. Tante persone lo assediavano nel suo ufficio per aver un consiglio, una benedizione, una grazia. Volontari e volontarie chiedevano a lui il sostegno e l’incoraggiamento per svolgere la loro missione. I fedeli assiepavano il suo confessionale e riempivano la chiesa per ascoltarne la parola. Si faceva tutto a tutti, ascoltava tutti con pazienza e cercava di andare incontro alle richieste di ognuno. A tutti con l’aiuto materiale offriva la parola di Dio, adattandola alle diverse situazioni. Non si smarriva; non si alterava di fronte ai casi più difficili. Distribuiva fiducia, speranza, certezza di essere accolti e amati come fratelli…
  • … Questo lo ha fatto non per un caso, ma per tutti e per tutta una vita, quando era in salute, quando era ammalato, quando le forze venivano meno. Non ha tenuto mai nulla per sé, ma ha dato tutto fino all’estremo. Ha dato soldi; ha dato consigli; ha dato conforto e sostegno; ha dato comprensione e amore. Ha voluto che tutti avessero una parte della grande ricchezza di cui il Signore e la Madonna gli avevano riempito il cuore. Tutto questo è stato possibile solo perché don Silvio è stato uomo di Dio. Innamorato di Dio, ha offerto a Dio tutto quanto attraverso l’amore verso i fratelli. Non so nulla della sua interiorità. So che pregava incessantemente, diceva bene la Messa, aveva sempre sulle labbra la parola di Dio, si riferiva continuamente alla Provvidenza, ma mi basta averlo continuamente visto donare nel nome del Signore per dirlo uomo di Dio, un grande uomo di Dio. È stato un miracolo della Madonna, della cui devozione desiderava che tutti fossero, come lui, presi e conquistati.
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